Ciao Gino

Ciao Gino

Lunedì 5 giugno dalle ore 17:30 presso la sede dell’associazione “il mondo che voglio” (via nazionale 19 Palese-Ba) si terrà una serata di convivialità, condivisione e progettualità nel ricordo di Gino Ancona.
Per continuare ad essere uniti sempre!

A seguire rinfresco con del buon cibo locale e a partire dalle 20,30 concerto di canti anarchici con Francesco Benozzo.

Addio Gino

Ci ha lasciato Luigi Ancona, per tutti Gino.

A Bitonto e fuori lo conoscevano tutti.

Restauratore con un passato nel teatro, è sempre stato in prima linea quando si trattava di proteggere il bene comune, anche a costo di azioni clamorose.

Un artista, difensore della bellezza e nemico delle ingiustizie, un uomo dal senso civico immenso che ha combattuto mille epiche battaglie in solitudine.

«Essere anarchici è mettere ordine nella complessità della vita e correggerla giorno per giorno: la rivoluzione non si realizza dall’oggi al domani e non può essere violenta»

«L’anarchismo non è un’ideologia, ma un metodo per favorire gradualmente l’ emancipazione dell’uomo da ogni potere e si muove contro ogni logica di schematizzazione dell’esistenza. C’è bisogno di coordinare i vari mestieri e renderli il più indipendenti possibili, visto che il potere sfrutta l’impossibilità della gente a costruirsi un futuro. È necessario dunque essere rivoltosi non solo nel tempo libero, ma 24 ore su 24, senza isolarsi dal mondo».

E tra i tanti episodi che lo hanno visto protagonista, non si può non ricordare la famosa protesta dell’inverno 2004 contro i parcheggi interrati in piazza Moro, sempre nella sua Bitonto. «Si trattava di opere faraoniche ed inutili – spiega – ma nessun giornale mi dette retta fino a quando non mi accampai in piazza, iniziando uno sciopero della fame durato 43 giorni».

«Le forze dell’ordine tentarono di arrestarmi durante un comizio di Nichi Vendola, ma i cittadini insorsero. Rischiai addirittura il trattamento sanitario obbligatorio», racconta Ancona, in seguito assolto per la sua opera di controinformazione solitaria.

Viva la morte, viva la libertà, viva l’anarchia, viva Gino Ancona!

Un secolo dopo

100 anni di farsismo

Il potere Tretti

Il nuovo governo Terminator ha iniziato a fingere di guidare l’Italia in una fase tanto rovente quanto delicata della quarta guerra mondiale, passibile di una probabile dinamica da seconda guerra fredda o di un possibile Big bang nucleare. ii
Dopo il pionieristico golpe bianco iii di Conte, Mario Draghi (con il Peggiore dei Governi) aveva lavorato sodo affinché il ruolo della destra, recitando oppofinzione quel tanto che basta, venisse completamente sdoganato, per agire agevolmente all’insegna del sovranismo gattopardesco di cui si fa portatrice. iv
Il via libera dell’élite dominante nordamericana si era recentemente manifestato con le esternazioni bipartisan da parte di Hillary Clinton e Steve Bannon (presunti acerrimi nemici). v
A Fratelli d’Italia non restava che vincere facile, sulla base delle più evidenti menzogne e discriminazioni intrapopolari del secolo in corso, ovviamente rimanendo riconoscente per il benservito. vi
Curioso che ciò avvenga in maniera parallela alla celebrazione del falso mito storico della Marcia su Roma, sedimentato nei libri scolastici e ancora oggi avvalorato dai mezzi di disinformazione nazionale. vii
Ma come 100 anni fa, indispensabile a questo risultato è l’opera delle forze di sinistra, pressoché organiche, o meglio, vere e proprie assistenti operative di questo avvento autoritario in direzione totalitaria.
Similmente, ora come allora, ne hanno creato le precondizioni.

Un riassunto essenziale per “accettare” la Storia…
Alla vigilia del fascismo cento anni fa, Partiti, Organizzazioni e Sindacati di sinistra chiudono gli occhi davanti agli atti criminali dei non numerosissimi ma scalmanati e indisturbati fascisti, sottoscrivendo il Patto di Pacificazione il 3 agosto 1921. viii
Le prepotenze, comunque, continuano e aumentano. ix
La risposta popolare alle violenze, costituita dagli Arditi del Popolo, sostenuti solo dall’Unione Sindacale Italiana e dall’Unione Anarchica Italiana, viene sistematicamente stigmatizzata, osteggiata e boicottata da CGdL, Partito Socialista e Partito Comunista, che di fatto spianano la strada al mutuo rafforzamento in corso tra cosiddette Forze dell’ordine, Monarchia e squadrismo spesato dagli industriali. x
Tale resistenza ante litteram aveva la stoffa di ribaltare le sorti del golpe venturo, come dimostrato a Parma, dove la popolazione sostenendo solo 350 Arditi, cacciava dalla città Italo Balbo e 10000 sgherri, sebbene armati e ingagliarditi da una presenza numerosa, così come in altre città. xi

Ma il biennio rosso aveva insegnato alla classe padronale a tremare ed a tramare, da qui la scelta di puntare grosso sulla ferocia idiota del minoritario ed esaltato movimento fascista, che ben presto catalizza e incanala parte delle stesse forze rivoluzionarie in una controrivoluzione preventiva, mascherata di tragicomico. xii
La cosiddetta Marcia su Roma fu, in realtà, una pantomima penosa, inconsistente sul piano storico, ma che venne rimaneggiata dal grande attore Mussolini e dall’orchestrazione della propaganda di regime negli anni successivi e presa per seria fino ai giorni nostri. xiii
Bisogna tenere conto che l’idea originariamente era stata pensata in altri termini due anni prima, sull’onda dell’entusiasmo e del fermento generato nella Reggenza italiana del Carnaro di D`Annunzio, per il quale il sindacalista rivoluzionario della Federazione dei Lavoratori del Mare Giuseppe Giulietti, aveva progettato una rivolta di tutte le forze storiche ed emergenti (alla cui testa proponeva nientemeno che l’anarchico Errico Malatesta) sotto forma di marcia da Fiume a Roma, come conferma popolare della Rivoluzione già in atto, attraverso le forme di socialismo pratiche che si stavano diffondendo nel 1919-20. xiv

Questa eventualità venne però negata dai socialisti di Giacinto Maria Serrani e da Mussolini, che ne avrebbe approfittato successivamente appropriandosene (come di mille altre idee: la predazione di stampo fascista di immaginario, simboli e mode si cronicizzerà come abitudinaria fino ai giorni nostri) stravolgendola e spettacolarizzandola ai propri fini, a copertura dell’inciucio filo reazionario che lo porterà al successo. xv
Lasciando senza risposte tale buffonata e anzi inscenandone un’altra sterile e controproducente come la scelta aventiniana, gli stessi oppositori parlamentari contribuiscono a far straripare il fascismo ai settori politici contigui, consacrandone il campo libero. xvi
Poi vent’anni di guerre, saccheggi, stragi, omicidi, torture, rapine, deportazioni, internamenti in lager e manicomi, stupri.
Mai scientificamente contate le vittime, dagli oppositori sociali e politici prima e altre minoranze seguite da eritrei, libici, etiopi, iugoslavi, zingari (mai risarciti o riconosciuti dignitosamente, anzi minimizzati, relativizzati, insabbiati) e gli ebrei, gli unici ad essere ricordati con una certa decenza. xvii
Crimini contro l’umanità, risolti candidamente grazie all’amnistia di Togliatti che chiude il cerchio nel dopoguerra salvaguardando i responsabili e permettendone l’avvio a carriere politiche e professionali, perlopiù in ruoli dirigenziali e polizieschi. xviii
Per Churchill, evitare una Norimberga italiana, vuol dire evitare scandali epocali che potrebbero portare alla luce l’identità dell’agente dei servizi segreti britannici “Il conte” e tutti gli intrallazzi britannici accessori al fascismo. xix
Nei successivi 50 anni la scia di crimini generati nel groviglio di servizi segreti britannici e italiani, CIA, massonerie, mafie, fascisti e altri gruppi armati di destra e sinistra, ricorda costantemente, con la Strategia della Tensione, quanto sia bananas la Repubblica italiana. xx
Gli ultimi 30 anni caratterizzano un ruolo di distrazione e avanguardia neoliberista della sinistra armata di un trasformismo arrogantemente atlantista, falsamente umanitarista, orgogliosamente deviante, servo delle peggiori organizzazioni internazionali, delle lobby finanziarie, farmaceutiche,
guerrafondaie e autore di innumerevoli gag, di cui quella più abusata è un jolly: l’atteggiamento responsabile. xxi

Da sottolineare, infine, è la totale assenza di progettualità strategica in campo anarchico.
Stupirsi per la spudoratezza dei crimini omnipartisan negli ultimi 3 anni è sintomo quantomeno di ingenuità e ignoranza, bonariamente scrivendo.
La nuova maggioranza molto probabilmente avrà un ruolo estremamente esecutivo in un contesto predisposto a poca arbitrarietà (artificiali carestie, mancanze idriche, speculazioni energetiche, cambiamenti climatici, indebolimento della salute … ), molto si giocherà sulle abilità di trasmissione
degli ordini facendoli passare per informazione o comunicazioni di servizio, per gestire a modo il presente e quello che viene prospettato come imminente o futuro molto prossimo: emergenza inflattiva ed energetica, razionamenti idrici e alimentari, guerre, proteste …
Vecchie e nuove crisi virali, meteorologiche, idriche, alimentari ed energetiche, saranno gestite con tutti i mezzi che (non) possiamo immaginare: dai semplici interventi socio economici ad altri metodi più consoni, che nel contesto di emergenze (programmate) saranno percepiti come sacrosanti.
In fondo l’aumento delle spese militari potrebbe essere funzionale anche a questo.

Paolo Stefanoni

i https://artiemestieri.info/un-secolo-dopo/
ii https://www.rainews.it/video/2022/10/la-scampanellata-decisa-di-giorgia-meloni-inizia-cos-il-nuovo-governo-0274034c-4c46-469f-aaca-0416ea31145e.html
iii https://dizionario.internazionale.it/parola/golpe-bianco
iv https://www.corriere.it/politica/22_ottobre_23/governo-continuita-draghi-meloni-18f710de-5305-11ed-9995-eee0d5da864b.shtml
v https://www.agi.it/estero/news/2022-09-02/clinton-meloni-elezioni-rottura-passato-17929195/
https://www.liberoquotidiano.it/news/esteri/33105035/giorgia-meloni-steve-bannon-combattera-cina-vincera.html
vi https://video.corriere.it/politica/meloni-ringrazia-mattarella-draghi-applausi-trasversali-camera/0202cd7e-5449-11ed-a58a-ad027d5a5146
vii https://www.ilfattoquotidiano.it/in-edicola/articoli/2022/10/04/e-mussolini-stronco-la-marcia-su-roma/6826803/
viii https://it.wikipedia.org/wiki/Patto_di_pacificazione
https://patrimonio.archivio.senato.it/inventario/scheda/presidenti-del-senato/IT-AFS-058-000132/il-patto-pacificazionefascisti-e-socialisti-estate-1921#lg=1&slide=3
ix https://www.avantionline.it/gli-arditi-del-popolo-e-il-bluff-di-mussolini/
x https://www.nuovatlantide.org/gli-arditi-del-popolo/
xi https://www.anarcopedia.org/index.php/Difesa_di_Parma_del_1922
xii https://www.ilfattoquotidiano.it/2021/11/09/e-il-fascismo-divento-partito-cosi-mussolini-volto-le-spalle-almovimento-anti-establishment-e-scelse-la-fedelta-ai-gruppi-di-potere/6385663/
xiii https://www.oval.media/it/923fc61c-21af-4601-af4d-101e2b202549/
xiv https://it.wikipedia.org/wiki/Giuseppe_Giulietti_(sindacalista)#cite_note-hughes-4
https://montemaggi.it/giulietti-dannunzio-e-la-marcia-su-roma/
xv https://ilbolive.unipd.it/it/news/1922-lombra-nera-sulla-storia
xvi https://www.treccani.it/enciclopedia/secessione-dell-aventino_(Dizionario-di-Storia)/
https://it.wikipedia.org/wiki/Secessione_dell%27Aventino
xvii https://www.labottegadelbarbieri.org/i-crimini-resi-invisibili-dei-fascisti-italiani-intervista-a/
xviii https://it.wikipedia.org/wiki/Amnistia_Togliatti
https://www.ilpost.it/2016/06/22/amnistia-togliatti/
xix https://www.resistenze.org/sito/os/ip/osipml24-025647.htm
xx https://www.fattiperlastoria.it/strategia-della-tensione/
xxi https://www.ilmessaggero.it/video/invista/coronavirus_conte_continuare_atteggiamenti_responsabili-5384559.html
https://www.fanpage.it/politica/letta-dice-che-il-pd-e-il-partito-della-responsabilita-a-differenza-di-tutti-gli-altri/
https://www.ilfoglio.it/politica/2022/08/23/news/una-piccola-oligarchia-ma-responsabile-il-pd-merita-il-voto-perquello-che-non-e–4349345/

ARRESTATI DIRIGENTI NAZIONALI DEL SI COBAS

Si Cobas Lavoratori Autorganizzati

UN NUOVO, PESANTISSIMO ATTACCO REPRESSIVO CONTRO IL SINDACATO DI CLASSE E LE LOTTE DEI LAVORATORI.

All’alba di stamattina, su mandato della procura di Piacenza, la polizia ha messo agli arresti domiciliari il coordinatore nazionale del SI Cobas Aldo Milani e tre dirigenti del sindacato piacentino: Mohamed Arafat, Carlo Pallavicini e Bruno Scagnelli.

Le accuse sono di associazione a delinquere per violenza privata, resistenza a pubblico ufficiale, sabotaggio e interruzione di pubblico servizio. Tale castello accusatorio sarebbe scaturito dagli scioperi condotti nei magazzini della logistica di Piacenza dal 2014 al 2021: secondo la procura tali scioperi sarebbero stati attuati con motivazioni pretestuose e con intenti “estorsivi”, al fine di ottenere per i lavoratori condizioni di miglior favore rispetto a quanto previsto dal contratto nazionale…

Sul banco degli imputati figurano tutte le principali lotte e mobilitazioni condotte in questi anni: GLS, Amazon, FedEx-TNT, ecc.

È evidente che ci troviamo di fronte all’offensiva finale da parte di stato e padroni contro lo straordinario ciclo di lotte che ha visto protagonisti decine di migliaia di lavoratori che in tutta Italia si sono ribellati al caporalato e condizioni di sfruttamento brutale.

È altrettanto evidente il legame tra questo teorema repressivo e il colpo di mano parlamentare messo in atto pochi giorni fa dal governo Draghi su mandato di Assologistica, con la modifica dell’articolo 1677 del codice civile tesa a ad eliminare la responsabilità in solido delle committenze per i furti di salario operati dalle cooperative e dalle ditte fornitrici.

Ci troviamo di fronte a un attacco politico su larga scala contro il diritto di sciopero e soprattutto teso a mettere nei fatti fuori legge la contrattazione di secondo livello, quindi ad eliminare definitivamente il sindacato di classe e conflittuale dai luoghi di lavoro.

Come da noi sostenuto in più occasione, l’avanzare della crisi e i venti di guerra si traducono in un’offensiva sempre più stringente contro i proletari e in particolare contro le avanguardie di lotta.

Contro questa ennesima provocazione poliziesca, governativa e padronale il SI Cobas e i lavoratori combattivi, al di là delle sigle di appartenenza, sapranno ancora una volta rispondere in maniera compatta, decisa e tempestiva.

Invitiamo sin da ora i lavoratori e tutti i solidali a contattare i rispettivi coordinamenti provinciali per concordare le iniziative da intraprendere.

Seguiranno aggiornamenti.

Le lotte contro lo sfruttamento non si processano.

La vera associazione a delinquere sono stato e padroni.

ALDO, ARAFAT, CARLO E BRUNO: LIBERI SUBITO!

SI cobas nazionale

Guerra alla guerra!

ALBERTO MESCHI

Il 27 maggio 1879 nacque a Borgo San Donnino (PR) Alberto Meschi, l’unico anarchico tra i 35 militari e civili coinvolti nel “processo di Pradamano” (agosto 1917) per propaganda pacifista, ben 8 dei quali erano di Schio.Dopo avere lavorato come muratore a La Spezia nel 1905, in seguito alla sconfitta di un’agitazione volta a ottenere una riduzione dell’orario di lavoro, emigrò in Argentina, dove entrò nel Comitato esecutivo della Federazione anarcosindacalista argentina, partecipando alla redazione del giornale “Organisaciòn obrera”.Rientrato in Italia nel 1911, assunse la direzione della Camera del Lavoro di Carrara, capeggiando le proteste dei cavatori aderenti all’USI e sconfiggendo la frazione interventista guidata da Alceste De Ambris.Nel dicembre 1915, dopo avere scontato una condanna a 6 mesi per attentato alla libertà del lavoro, fu chiamato sotto le armi e inquadrato nel 91° Rgt. Fanteria di stanza a Sondrio.Il 10 maggio 1917 fu sorpreso a ritirare in un caffè di Sondrio due copie del giornale “Sempre guerra di classe”. In seguito anche all’intercettazione di una lettera contenente alcune considerazioni in merito alla conferenza di Stoccolma, fu tratto in arresto e destinato in Libia, ma durante il trasferimento coatto, a Bologna, fu raggiunto da un mandato di cattura del Tribunale di Guerra del XXIV Corpo d’Armata e condotto nelle carceri di Pradamano (UD).Benché il Pubblico Ministero avesse chiesto per lui una condanna a 5 anni di carcere militare, Alberto Meschi fu assolto per non aver commesso il reato di tradimento. Spedito al fronte, fu catturato dagli austriaci e internato in un campo di concentramento sui Carpazi. Rilasciato dopo la fine del conflitto, riprese il lavoro e l’attività sindacale, ma a seguito di ripetute aggressioni da parte degli squadristi di Renato Ricci dovette emigrare in Francia, dove collaborò con la Lega per i diritti dell’uomo (LIDU).Allo scoppio della guerra civile spagnola attraversò i Pirenei e, alla non più verde età di 57 anni, si arruolò nella colonna “Ascaso”, con la quale combatté fino alla caduta della Repubblica. Riparato in Francia fu internato nel campo di raccolta di Noé, in Alta Garonna, dal quale riuscì a fuggire alla fine del 1943.Dopo la fine della guerra fu incaricato di dirigere la Camera del Lavoro di Carrara, dedicandosi alla pubblicazione del foglio sindacale “Il Libertario”, fino alla morte avvenuta l’11 dicembre 1958.

UGO DE GRANDIS, Guerra alla guerra! I socialisti scledensi e vicentini al “processo di Pradamano” (luglio-agosto 1917), Centrostampaschio, Schio 2017

SCIOPERO GENERALE

Sciopero

GUERRA E SOLDI

È successo con la gestione della pandemia, e succede con la gestione della guerra in #Ucraina. Politici e mezzi di informazione che si muovono come veri tentacoli #Usa in #Italia, favorendo gli interessi economici d’oltreoceano, dall’inizio dell’invasione bellica operata dalla #Russia, assumono posizioni decise per convincere la cittadinanza italiana ad assecondare i piani americani e della #NATO (che era un’alleanza nata difensiva, dopo la seconda guerra mondiale, ma dagli anni 90 si è trasformata sempre più in un monoblocco politico aggressivo a totale guida americana).

E, così, invece di intervenire a priori, per evitare il danno, è stata agevolata e creata un’architettura di scontro tra “superpotenze”, con una guerra in cui a rimetterci sono essenzialmente gli ucraini, con morti e sofferenze, mentre i responsabili politici, americani, europei e russi, stanno comodi sulle loro poltrone. E come già successo per la pandemia, anche stavolta le iniziative intraprese pongono le condizioni per aggravare la situazione sociale e per distruggere anche l’economia nazionale italiana, facendo ancora una volta comodo agli americani e ai loro interessi commerciali.

Non tutti ricorderanno che, il 28 febbraio, cioè appena 4 giorni dopo l’inizio dell’invasione russa, il presidente del Consiglio #Draghi decise per un nuovo “stato di emergenza”, stavolta non più per la pandemia ma per l’Ucraina, addirittura fino al 31/12/2022, con questa motivazione “in relazione all’esigenza di assicurare soccorso e assistenza alla popolazione ucraina sul territorio nazionale in conseguenza della grave crisi internazionale in atto” [vedere https://www.governo.it/…/comunicato-stampa-del…/19292].

Questo ha fatto subito immaginare che il piano era già prestabilito, per una durata più lunga possibile della guerra. Altro che armi per finire la guerra e arrivare alla pace.

La guerra serve per mandare le armi, facendo guadagnare soldi agli azionisti delle aziende coinvolte. Infatti, nei primi giorni della guerra, quando non si era ancora arrivati allo sfascio totale, si sarebbe già potuto e dovuto muovere l’apparato diplomatico italiano, che è uno dei più capaci e riconosciuti al mondo, perché con la diplomazia si con-vince, cioè si vince-con, e dunque di vince insieme, appianando le situazioni. Invece, con la guerra si vince e basta, con tanti morti, generando acredine e odio permanente in chi perde.

Questa seconda disgraziata strada è stata quella scelta dall’Italia, per il tramite del #governo, succube della linea americana e NATO, e del #parlamento, che sembra ridotto a figurine senza voce, con tutte le conseguenze annesse e connesse. Non solo, ma a furia di riempire l’Ucraina di armi e soldi stranieri, finirà che questo Stato perderà ogni forma di indipendenza, perché resterà soggiogato sotto il peso di un debito incolmabile e ricattato dai creditori, anche per la ricostruzione, a rischio di fare la fine della Grecia (ai tempi della gestione europea di Draghi), con anche il rischio teorico aggiuntivo di arrivare allo smembramento del territorio, con parti cedute anche a Ungheria e Polonia.

A questo, stanno esponendo l’Ucraina gli “amici” europei e americani.SLG-CUB Poste ha aderito allo SCIOPERO GENERALE del prossimo 20 maggio, per l’intera giornata, con Cobas Poste e Cub Poste, in coerenza alla propria coscienza di fondazione, come sindacato contrario agli atteggiamenti militaristi, tipici di chi non subisce i danni che crea. Del resto, le super potenze agiscono solo con la potenza, non con l’intelligenza. E se si va a vedere tutte le volte che sia la Russia che gli Usa hanno iniziato delle aggressioni militari, ai danni di qualche popolo, alla fine, non hanno mai saputo risolvere i problemi creati da loro, lasciando solo scompiglio ovunque si siano intromessi.

Ecco perché, proprio seguendo la storia, se un governo italiano e un parlamento italiano si fanno orientare e coinvolgere in modo totalizzante dalla “superpotenza” americana, allora non sono destinati a fare proprio nulla di buono né per gli ucraini, materialmente e umanamente straziati dalla guerra, e né per gli italiani, economicamente dissanguati.

SLG CUB Poste

Fattorini in guerra

Fattorini

Russia: arrestato sindacalista attivo nell’organizzazione tra i fattorini.

Il sindacalista dei corrieri russi, membro del Blocco di sinistra e dell’Unione marxista, Kiril Ukrainchev, è stato arrestato e portato davanti a un tribunale russo a fine aprile, a seguito di una serie di scioperi organizzati dall’unione dei corrieri, rivendicando la firma del Contratto collettivo per i diritti.

La polizia lo ha arrestato nella sua abitazione, dove ha condotto un’indagine sulla “ripetuta violazione delle regole degli eventi di massa” perché leader di scioperi e proteste. Il tribunale ha deciso di tenere in custodia il sindacalista fino al 25 giugno.

A fine aprile i corrieri di “Yandex Food” e “Delivery Club” hanno previsto di scioperare nuovamente, a causa di una riduzione del 20% dei pagamenti degli ordini, cioè da circa 120 rubli a 90.

Nei suoi due anni di esistenza, il club di spedizione ha avviato diverse lotte e ha avuto notevoli successi: nel giugno 2020, il club di delivery è riuscito a riscuotere debiti. Nell’ottobre 2020 il nuovo sistema di finanziamento si è allentato. Nel febbraio 2021, il sindacato è riuscito a reclutare 11 postini di “Yandex Food” a Sochi. Alla fine del 2021, i governatori di Samokat si sono rivolti al club a causa di ritardi salariali e dopo una campagna mediatica, “Samokat” ha iniziato a pagarli regolarmente.

Rizospastis 7-8 maggio 2022 pagina 14

Aiuti di guerra

Dall’aeroporto di Pisa armi all’Ucraina mascherate da “aiuti umanitari”

USB Pisa

Pisa – lunedì, 14 marzo 2022

Alcuni lavoratori dell’aeroporto civile Galileo Galilei di Pisa ci hanno informato di un fatto gravissimo: dal Cargo Village sito presso l’Aeroporto civile partono voli “umanitari”, che dovrebbero essere riempiti di vettovaglie, viveri, medicinali e quant’altro utile per le popolazioni ucraine tormentate da settimane da bombardamenti e combattimenti. Ma non è così!

Quando si sono presentati sotto l’aereo, i lavoratori addetti al carico si sono trovati di fronte casse piene di armi di vario tipo, munizioni ed esplosivi.

Una amara e terribile sorpresa, che conferma il clima di guerra nel quale ci sta trascinando il governo Draghi.

Di fronte a questo fatto gravissimo, i lavoratori si sono rifiutati di caricare il cargo: questi aerei atterrano prima nelle basi USA/NATO in Polonia, poi i carichi sono inviati in Ucraina, dove infine sono bombardati dall’esercito russo, determinando la morte di altri lavoratori, impiegati nelle basi interessate agli attacchi.

Denunciamo con forza questa vera e propria falsificazione, che usa cinicamente la copertura “umanitaria” per continuare ad alimentare la guerra in Ucraina

Chiediamo:

1) alle strutture di controllo del traffico aereo dell’aeroporto civile di bloccare immediatamente questi voli di morte mascherati da aiuti “umanitari”;

2) ai lavoratori di continuare a rifiutarsi di caricare armi ed esplosivi che vanno ad alimentare una spirale di guerra, che potremo fermare solo con un immediato cessate il fuoco e il rilancio di dialoghi di pace;

3) alla cittadinanza di partecipare alla manifestazione di sabato 19 marzo di fronte all’aeroporto Galilei (ore 15) sulla parola d’ordine “Dalla Toscana ponti di pace, non voli di guerra!”.

Unione Sindacale di Base – Federazione di Pisa

L’8Marzo

Silvia Ferbri

Festa della donna, giornata internazionale della donna, 8 marzo, mimose…

Dai, già che ci siamo, facciamo un po’ di chiarezza.

La festa della donna, la giornata internazionale della donna, non originano dal “famoso” incendio del 1908 nell’industria Cotton di New York, di cui non si hanno notizie storiche certe, e neppure dall’incendio del 25 marzo 1911 nella fabbrica Triangle, con il quale il primo venne probabilmente confuso, (o si trattò di un voluto falso storico), incendio quest’ultimo in cui ci furono 146 vittime, di cui 123 erano donne. I fatti che portarono all’istituzione della festa della donna e poi della giornata internazionale delle donne sono altri.

Stabilendo la festa della donna come mera commemorazione di quel fatto luttuoso si offre una visione riduttiva e anche fuorviante, e questo tutto sommato ad alcuni può anche venire comodo.

Dobbiamo invece pensare al Congresso della Seconda Internazionale Socialista tenutosi a Stoccarda nel 1907, quando fu votata una risoluzione in cui ci si impegnò a lottare per ottenere il suffragio universale. Nello stesso periodo venne fondato l’Ufficio Internazionale delle donne socialiste. Nel maggio 1908 si cominciò a parlare di giornata delle donne, Women’s day, quando la presidente di quell’ufficio, Corinne Brown, presiedette una conferenza a Chicago a cui tutte le donne erano state invitate.

L’idea di una giornata internazionale nasce nel febbraio 1909, e la proposta viene accolta nel 1910 durante la Conferenza Internazionale delle donne socialiste. I singoli paesi però adottavano giornate diverse.
Durante la seconda conferenza delle donne comuniste (Mosca, 1921) venne infine approvata un’unica data, l’8 marzo, per ricordare la manifestazione contro lo zarismo delle donne di Pietroburgo, che avvenne l’8 marzo 1917.

Dobbiamo quindi andare in Russia per trovare la nascita di questa data, l’otto marzo, e non in America.

Silvia Ferbri