Gustav Landauer

Gustav Landauer: LA COMUNITÀ ANARCHICA. Scritti Politici. A cura di Gianfranco Ragona. Elèuthera, 2012

 

L’anarchismo di Landauer – che fu per altro il traduttore di Oscar Wilde in tedesco – non considera la rivoluzione sociale un atto repentino e violento ma il processo che contraddistingue un’epoca. Consapevole della forza espressa dal movimento socialista e delle aspirazioni dei suoi militanti, evitava nella propria azione teorica e agitatoria lo scontro fratricida senza per questo venir meno alla sferza del suo impegno contro lo statalismo, il burocratismo e l’omologazione, “però”, diceva, “anche nei nostri confronti pretendiamo la tolleranza, e dove si riuniscono i socialisti rivoluzionari… vogliamo esserci anche noi e col diritto alla parola”.

Nietzsche, osservava Landauer, aveva considerato “le più scoscese profondità dell’anima per elevarle a rapporti vivi fra gli uomini”. Il fine del socialismo non poteva essere una vita resa sopportabile, ma una vita pienamente realizzata. Questa non era la meta di gruppi, partiti, movimenti più o meno organizzati, bensì quella dello spirito (parola chiave nella prosa di Landauer) dell’umanità. Su questo terreno l’incontro coi gruppi, i partiti e i movimenti era non solo possibile, ma auspicabile quanto l’incontro con le pulsioni più vere della gente. Un appuntamento al quale dovevano convenire i semplici lavoratori, le personalità come Rosa Luxemburg, i pacifisti, gli uomini di buona volontà.

Questa raccolta curata da Gianfranco Ragona, con una nota di Nino Muzzi sul linguaggio di Landauer, se si escludono il saggio su La Rivoluzione (Diabasis, 2009) e alcuni testi pubblicati su rivista, è la prima che esca in Italia, benché il nome dell’anarchico tedesco sia tutt’altro che sconosciuto o rimosso dalle discussioni. Nel mondo di lingua tedesca, dopo la morte avvenuta nel corso della repressione della Repubblica dei consigli della Baviera, a gettare le basi per ravvivarne la testimonianza, furono gli amici Erich Müsham e, in modo più organico, Martin Buber. Dopo varie antologie, si era arrivati nel 1997 al progetto delle opere complete, che tuttavia si è per il momento arenato.

 

Carlo Luigi Lagomarsino

 

Da “Fogli di Via”, novembre 2012

http://digilander.libero.it/biblioego/Landauer.htm

 

Nota su Landauer

 

Difficile delinearne in poche parole il pensiero: Gustav Landauer non è un pensatore sistematico. Le radici religiose del suo pensiero sono piuttosto chiare. Ma non si tratta di una religione positiva, da cui prenderebbe le mosse. L’ebraesimo, che rappresenta il sottofondo del suo pensiero, non ha però il carattere di una religiosità « positiva ». Di fronte all’accentuato carattere razionalistico della religiosità degli ebrei tedeschi della Germania guglielmina, Landauer non reagisce come Buber con una religiosità di carattere anarchico-rivoluzionario. Per lui la tradizione del pensiero mistico rappresenta il quadro entro cui muoversi: né interpretazioni naturalistiche della realtà, né interpretazioni spiritualistiche ma l’unità del mistico. Anche il momento piú strettamente politico del pensiero di Landauer risente di tutta una tradizione religiosa, che va dai profeti ai movimenti anabattisti. Il suo anarchismo è esaltazione dell’individuo e dell’autentica comunità, rivolta contro la cultura moderna che distrugge l’uomo. L’uomo come essere storico ha necessità dell’uomo, del mondo che lo circonda. Il mondo moderno crea invece il deserto intorno all’uomo. Socialismo per Landauer è quindi ricostituzione di questo mondo più umano, fondato sul mutuo soccorso, sulla cooperazione. Per giungere a questa ricostituzione dell’uomo è necessaria una sua rigenerazione, un avvenimento che spezzi una routine che soffoca l’individuo, che cancelli la violenza, l’isterilimento attraverso l’organizzazione burocratica dello Stato. Per la vita dell’uomo è necessaria la rivoluzione. Il fine di questa è la sostituzione di questo mondo con un mondo fondato sul principio della cooperazione, ispirato ai principi del comunismo agrario, un mondo della fratellanza, della libera convivenza degli uomini non più legati da legami esteriori, ma da legami intimi, vitali. Sono tutti questi temi che ritornano in Landauer, e che si trovano come raccolti e ordinati nello scritto del 1907, Die Revolution e sono alla base di tutti i suoi scritti, che negli anni della maturità sono di carattere prevalentemente letterario. Li ritroveremo ancora in un’altra opera di carattere più nettamente politico l’Aufruf Zurn Sozialismus, ma il primo volumetto conserva maggior organicità e spontaneità, e rappresenta forse il momento più felice ed equilibrato del pensiero anarchico di Landauer.

Da Anarcopedia

 

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