UN REGIME TRANSITORIO

Napolitano con le sue esternazioni dell’1 e del 2 giugno continua l’opera iniziata al tempo della creazione del governo Monti, accentuando ulteriormente il proprio ruolo. Sempre più convinto di essere investito, in quanto Presidente della Repubblica, dei poteri previsti nel 1848 dallo Statuto Albertino per il Re del Regno di Sardegna, pare ignorare che esso fu sostituito, nel 1948, dalla Costituzione della Repubblica.

Infatti, le sue parole confermano che ritiene che la nomina e la revoca del Governo siano una sua esclusiva prerogativa. Solo così possono giustificarsi le sue parole: “Vigilerò perché non si scivoli di nuovo verso opposte forzature e rigidità e verso l’inconcludenza, né per quel che riguarda scelte urgenti e vitali di politica economica e sociale, né per quel che riguarda la legge elettorale e riforme istituzionali più che mai necessarie”. In cosa consisterà questa sua vigilanza? E quali saranno le conseguenze se il governo non eseguirà il suo “mandato politico”?

Contemporaneamente il nuovo Re assegna una precisa tempistica al “suo” governo:

  • “Di qui al 2 giugno del prossimo anno, l’Italia dovrà essersi data una prospettiva nuova, più serena e sicura” (esternazione del primo giugno);
  • rispondendo ai giornalisti, ha spiegato che quando ieri ha dato appuntamento al prossimo 2 giugno per avere un’Italia serena, non intendeva assolutamente fornire una tempistica alle riforme. Quello delle riforme è un processo molto complesso quantificabile, in termini di tempo, in 18 mesi (esternazione del 2 giugno).

Non chiarisce per chi dovrà essere “serena e sicura” la nuova prospettiva che si aspetta per il 2 giugno 2014 e neppure quali saranno le famigerate riforme per le quali ci sarà tempo fino al 2 dicembre 2014, ma i termini sono molto ampi. Insomma, Letta potrà continuare a pestare l’acqua nel mortaio per un bel po’ di tempo, seppure sotto il vigile controllo del suo sire.

Tanto c’è il pilota automatico (il governo della Troika: commissione UE, BCE, FMI)!

Insomma il nuovo Savoia assegna al governo un lungo periodo di “tregua”, durante il quale esso potrà dare attuazione alle “nuove direzioni” che si prospettano nella UE e fare le “riforme”, tra le quali prioritaria è quella elettorale (per la quale Napolitano si limita ad escludere solo il ritorno al sistema proporzionale).

Un tempo ragionevole per mettere a punto, con la copertura regia, le regole del nuovo regime.

 

Anche a livello sindacale si segnalano prospettive inesplorate, in attesa di una più precisa definizione del nuovo regime politico-sociale.

La CGIL, dopo aver firmato il 31 maggio, lo “storico” accordo sulla rappresentanza (si veda in allegato il commento di Cremaschi), il primo giugno ha esordito nell’inedito ruolo di novello Nostradamus dell’economia, cimentandosi in previsioni sessantennali, riguardo all’andamento dell’economia italiana!

Il sindacato, dopo aver garantito ai padroni l’”esigibilità” dei contratti al ribasso consoni alla politica economica della Troika, è alla ricerca di nuovi ruoli. Avendo raggiunto lo stadio del gigantismo il suo ruolo “parastatale” di dispensatore (ben retribuito) di servizi, si cimenta in quello di agenzia di rating. D’altra parte, in qualche modo occorrerà pure giustificare la propria esistenza!

 

Sergio Casanova

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