Per l’abolizione dell’ergastolo

PORTA UN FIORE per l’abolizione dell’ergastolo
23 giugno 2012
Viaggio al cimitero degli ergastolani nell’isola di S. Stefano (Ventotene)

Il 23 giugno 2012 ritorneremo al cimitero degli ergastolani dell’isola di Santo Stefano (Ventotene). Lo faremo nuovamente in occasione della  giornata mondiale indetta dall’ONU contro la tortura, con lo stesso spirito con il quale abbiamo fatto il primo viaggio nel giugno 2011. Il cimitero degli ergastolani di S. Stefano, attiguo al vecchio carcere (1795- 1965), costituisce un luogo simbolico da vedere e far vedere  perché racconta in modo emblematico, con le sue 47 tombe senza nome, non solo la spietatezza dell’esclusione degli ergastolani dal consorzio umano anche post-mortem, ma soprattutto ciò che oggi è l’ergastolo. In particolare la tortura dell’ergastolo senza speranza, quello cosiddetto ostativo, in base al quale due terzi delle persone attualmente condannate alla pena eterna, sono sostanzialmente escluse da quei benefici che permetterebbero la concessione, almeno teorica, dell’uscita dal carcere dopo 26 anni di pena scontata. Per questi reclusi l’ergastolo costituisce un  “fine pena mai” effettivo, che prevede oltre alla morte sociale e civile, la loro effettiva morte in carcere.
Il primo viaggio del 24 giugno 2011 è stato sostenuto oltre che da molti reclusi ergastolani, anche da alcune delle aree sociali che in quei giorni si sono mobilitate contro la tortura nelle carceri e contro la pena dell’ergastolo. L’iniziativa è stata inoltre  bene accolta da realtà associative, culturali ed istituzionali dell’isola che ne hanno apprezzato lo spirito  invitandoci a tornare. In chi ha vissuto l’esperienza, il luogo  ha consegnato l’energia della commozione e alle persone credenti anche lo slancio spirituale  per alzare lo sguardo verso un orizzonte  libero dall’ergastolo. Alcuni di noi sono tornati al cimitero di Santo Stefano in compagnia di altre persone. L’artista Rossella Biscotti nel mese di settembre si è rimessa in viaggio dall’Olanda con un gruppo, per effettuare, con l’aiuto di persone del posto, un intervento artistico, nelle celle e nei passeggi del vecchio carcere. 
Il prossimo viaggio lo stiamo immaginando sia per portare nuovamente dei fiori sulle tombe ma anche per ridare il nome alle persone sepolte. Faremo questo tentativo aiutati da uno scritto di Luigi Veronelli[1], che qualche tempo dopo la chiusura del carcere, fece un viaggio sull’isola addentrandosi fin nel cimitero alla ricerca della tomba di Gaetano Bresci, ricostruendo anche la mappa nominale di gran parte delle 47 tombe.
Entrando a sinistra:
Montalbano G. 15.4.1906/11.7.1959; De Roma Francesco 15.2.1945; Donatangelo Pasquale13.9.1954; Durante Felice 14.3.1944; Lai Salvatore 28.9.1931; Entrelli Rocco 16.8.1950; Mediati o Mediali Rocco 26.2.1952; Imbrindo Domenico 9.7.1950;  Iacono Lucio 21.2.1940; Forte Michele 24.9.1945; De Rocca Salvatore 26.5.1949; Toscailli o Roscailli Benedetto 6.12.1943; tomba distrutta; Giorgi Luigi 27.6.1914; tomba distrutta.
Entrando da destra:
tomba distrutta; Lota Kasem 16.2.1945; Dosko o Posko Nazir 9.6.1945; Ussello Giuseppe 15.5.1945; Galdi Giuseppe 16.5.1938; Nangini Guido 28.10.1946; Saracco Natale 29.5.1926; tomba distrutta; Di Benedetto Vincenzo 19.11.1918; Sacchi Luigi 20.9.1917; Carota Antonio 25.4.1915; Reda o Beda Giuseppe 9.10.1915.
Si scendono 3 gradini a destra: Pilia Benigno 19.2.1923/22.7.1962; Di Santo Rufino11.6.1888/12.5.1957; Bresci Gaetano 22.5.1901; Messina Pietro 27.8.1908/26.4.1962; Lizio Rossano 17.1.1904; De Cuzei Giuseppe 12.6.1904; Pannuccio Antonio 25.9.1904; Monte Gaetano 3.5.1904; Biase Donadio 18.2.1904; Gemina (?) Domenico 30.10.1904.
Si scendono 3 gradini a sinistra:
 tomba distrutta; Baetta Filadelfo 30.3.1909 (?); Rodessi Giovanni 14.6.1909; Fissore Giuseppe 31.1.1909; Tupponi Sebastiano 30.3.1908; Lai Antioco 29.6.1908; Baches Raffaele 7.11.1906.”

Questo scritto fu pubblicato nel 2000 con alcune righe conclusive di rammarico che sentiamo vicine:
Quante volte mi sono chiesto: sarebbe stato giusto confidare prima questa mia scoperta? Come sarà, oggi, quel desolato luogo? Avrei dovuto – avrei voluto – divenisse meta di un pellegrinaggio mio – mio, solo mio – annuale. Fare di quel luogo la mia Mecca. Non ci sono mai tornato. Questo non ritorno pesa, sull’animo mio, come un macigno”.[2]    
Con la condanna all’ergastolo la persona viene bandita ed il suo nome messo al buio. Anche se balza agli onori mediatici è il personaggio mostrificato che ruba il nome all’individuo concreto. Ogni  persona per la vastità che rappresenta, non andrebbe ridotta all’etichetta  di reato. Intervenire ridando i nomi alle persone sepolte, vuol essere un modo per riportare nel consorzio umano e nella memoria sociale esseri umani cancellati per sempre.
Stiamo immaginando anche un incontro per il 23 sera nell’isola di Ventotene per illustrare pubblicamente l’esperienza ed il progetto porta un fiore che auspichiamo riesca ad affermarsi con una sua ritualità, come momento simbolico e partecipato di un processo di liberazione dall’ergastolo.

Per info sugli sviluppi anche organizzativi dell’iniziativa:
baruda.net   sensibiliallefoglie.it   informacarcere.it
assliberarsi@tiscali.it   coop.saf@tiscali.it  rossellabiscotti@gmail.com


[1] Luigi Veronelli muore a Bergamo nel 2004, Anarchico è stato enolo, gastronomo e scrittore.

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