SVEZIA: FINITA LA PACE SOCIALE?

E’ scoppiata una sommossa in un sobborgo di Stoccolma, a seguito dell’uccisione brutale di un uomo di 70 da parte delle forze speciali durante un’operazione di routine. Uno schema che riproduce, in piccolo, i fatti delle Banlieues parigine di qualche anno fa ma sembra far cadere tutti dalle nuvole. I media svedesi, soprattutto il Dagens Nyheter (socialdemocratico) hanno fatto muro per 24 ore ed ora si limitano ad un po’ di nebbia, qualche domanda ingenua e tanto di stupore.
Di seguito c’è la traduzione dell’intervista di un giovane portavoce di Megafonen (associazione che opera nel sociale nei sobborghi svedesi).

In inglese ne parla il servizo TV di Al Jazeera:
http://l3-aljazeera01.cds1.yospace.com/u/pass~drmnone/1/f/~video_mp4~6102-2/1/m/5/f/8/i/8tn3/aljazeera01

In più c’è il comunicato di Megafonen (precedente all’intervista, diramato durante le 24 ore di silenzio stamopa) che è interessante e piuttosto preciso (diramato anche dalla rete “antagonista” Motkraft, ma solo a scoppio ritardato)

http://motkraft.net/2013/05/20/stockholm-husby-vs-polisbrutalitet/


Sette domande a Rami Al-Khamisi, portavoce di Megafonen (Il Megafono)

 

1. Perchè è iniziata la rivolta?

– E’ stata una reazione alla sparatoria mortale di lunedì [dove un uomo di Husby, di 70 anni, apparaentemente armato di un coltello, è stato ucciso con numerosi colpi durante un irruzione della polizia nel suo appartamento]. La gente capisce che la polizia ha convinzioni razziste che rendono più facile non rispettare i diritti umani. Purtroppo abbiamo anche una società che non prende sufficienti distanze da questo

 

2. La polizia ha usato insulti razzisti come “negri” o “ratti”?

– Sì, siamo stupiti per come la polizia ha agito contro la gente, hanno usato i cani e manganelli contro bambini e genitori, e si sono espressi con parole come “negro”, “teste nere” e “scimmie”.

 

3. Pensi sia ok che le persone lancino pietre e brucino automobili?

– Non è d’aiuto né difendere né prendere posizione su quel che accade, possiamo solo capirlo . Megafonen lavora per la rigenerazione sociale ed ha un ruolo costruttivo e pacifico. Non è la prima volta che si verifica rivolte ad Husby. Ci sono problemi strutturali che i politici non hanno corretto. Più grande diventa il divario e più ci saranno, purtroppo, persone che esprimono le loro frustrazioni in questo modo.

 

4. Sei critico verso i politici e il governo?

Il governo sceglie di risolvere i problemi sociali con più polizia e la militarizzazione dei sobborghi. Fino a quando questo va avanti, la gente si solleverà e vorrà altro. Non crea cambiamento ma molti credono che l’unico modo per affrontare il potere sia con la violenza.

 

5. Perchè chiedete un’inchiesta indipendente sulla sparatoria mortale?

Esigiamo un’inchiesta indipendente per capire cosa è successo. E’ stato fatto in prima, e può essere fatto su proposta della polizia di stato o del ministro degli interni Beatrice Ask. Questa può essere cosituità da giuristi, docenti o altri esperti.

 

6. Voi chiedete anche delle scuse alla donna il cui uomo è stato ucciso e agli abitanti di Husby?

Esigiamo pubbliche scuse ai residenti di Husby che si sentono insicuri e temono per la loro vita dopo l’assalto della polizia. La gente ha visto che la donna è stata maltrattata dalla polizia ed era in stato di shock per l’uccisione del marito. La polizia ha anche diffuso false notizie circa la morte in ospedale della persona, il che non è vero.

 

7. Ma le notizie false sono una prova dell’uso eccessivo della violenza?

La questione è se fosse necessaria le forze speciali e così tanti colpi contro un uomo di 70, con problemi psichiatrici, armato di coltello. Un’altra domanda è: perché non ha avuto alcun aiuto in seguito, e perché non è stata chiamata l’ambulanza.

 

http://www.dn.se/sthlm/7-fragor-till-rami-al-khamisi-talesperson-megafonen

 

trad. di Volin

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