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Il mio interesse per l’istruzione pubblica lo devo a Everett Reimer, che ho conosciuto a Portorico nel 1958. Sino al nostro primo incontro, non avevo mai avuto dubbi sull’importanza di estendere a tutti la scuola dell’obbligo; ma insieme siamo arrivati a capire che per la maggior parte delle persone l’obbligo della frequenza.scolastica è un impedimento al diritto di apprendere. I saggi letti al ClDOC e raccolti in questo libro nascono da appunti che gli ho sottoposto e che abbiamo discusso insieme nel 1970, tredicesimo anno del nostro dialogo. L’ultimo capitolo contiene le mie riflessioni dopo una conversazione con Erich Fromm su Das Mutterrecht di Bachofen.
Dal 1967 Reimer e io ci incontriamo regolarmente al Centro per la documentazione interculturale (CIDOC) di Cuernavaca nel Messico. Al nostro dialogo ha partecipato anche Valentine Borremans, la direttrice del Centro, sollecitandomi continuamente a confrontare le nostre teorie con le realtà dell’America latina e dell’Africa. Si ritrova in questo libro anche la sua convinzione che bisognerebbe “descolarizzare” non soltanto le istituzioni ma l’ ethos della società.
L’istruzione universale non è attuabile attraverso la scuola. Ne lo sarebbe di più se si ricorresse a istituzioni alternative costruite sul modello delle scuole attuali. Ugualmente non servono allo scopo ne nuovi atteggiamenti degli insegnanti verso gli allievi, ne la proliferazione delle attrezzature e dei sussidi educativi (in aula e a casa), ne infine il tentativo di allargare la responsabilità del pedagogo sino ad assorbire l’intera vita dei suoi discepoli. All’attuale ricerca di nuovi imbuti didattici si deve sostituire quella del loro contrario istituzionale: trame, tessuti didattici che diano a ognuno maggiori possibilità di trasformare ogni momento della propria vita in un momento di apprendimento, di partecipazione e di interessamento. Ci auguriamo di poter dare un utile contributo concettuale a quanti conducono tali ricerche controcorrente sull’istruzione, e anche a quanti cercano alternative ad altre forme costituite di pubblici servizi.
Nei mercoledì mattina della primavera e dell’autunno 1970 ho presentato i saggi raccolti nel libro ai partecipanti ai corsi del CIDOC di Cuernavaca. Molti di loro mi diedero dei suggerimenti o mi fecero delle critiche. Parecchi riconosceranno in queste pagine le loro idee, soprattutto Paulo Freire, Peter Berger e Jose Maria Bulnes, oltre a Joseph Fitzpatrick, John Holt, Angel Quintero, Layman Allen, Fred Goodman, Gerhard Ladner, Didier Piveteau, Joel Spring, Augusto Salazar Bondy e Dennis Sullivan. Tra i critici, chi mi ha costretto a una revisione più radicale delle mie riflessioni è stato Paul Goodman. Robert Silvers mi ha dato invece una brillante assistenza redazionale per i capitoli I, III e VI, che sono stati pubblicati dalla «New York Review of Books”.
Reimer e io abbiamo deciso di pubblicare versioni distinte della nostra ricerca comune. Lui sta lavorando a una vasta e documentata trattazione che richiederà ancora parecchi mesi di revisione critica e verrà pubblicata da Doubleday & Company1. Anche Dennis Sullivan, che ha fatto da segretario durante i nostri colloqui, sta preparando un libro che inquadrerà le mie tesi nel contesto del dibattito sulla scuola pubblica attualmente in corso negli Stati Uniti. lo presento ora questo volume nella speranza di provocare nuovi contributi critici durante le sedute del seminario sulle «Alternative nell’istruzione», programmato al CIDOC di Cuernavaca per il 1972 e 1973.
Intendo qui discutere certi inquietanti problemi che si pongono una volta accettata l’ipotesi di una possibile «descolarizzazione» della società; determinare i criteri che possono aiutarci a riconoscere le istituzioni che meritano di essere potenziate per il loro contributo all’apprendimento in un ambiente descolarizzato; e precisare quegli obiettivi individuali che possono favorire l’avvento di una Età del tempo libero (schole) in opposizione a un’economia dominata dalle industrie dei servizi.
Ivan Illich
CIOOC
Cuernavaca, Messico
novembre 1970
Note:
1) Vedi ora Everett Reimer, School is Dead: Alternatives in Education, Doubleday, New York 1971.