Quando l’opposizione non è “quella del re”

Quando il diritto da far valere è la tutela del patrimonio paesaggistico, storico ed artistico, generalmente si forma una rete tra associazioni e singoli che mette in campo conoscenze ed esperienze da convogliare, se possibile, in una efficace azione legale.
Il treno parte, ed è accaduto sulla vicenda parcheggi interrati che recentemente ha scritto pagine di cronaca, e non solo, giudiziaria.
In disparte le essenziali questioni tecnico-giuridiche, presupposto di efficacia dell’azione è la locomotiva, che deve essere ferma ed integra nel portare il treno a destinazione, non deve vacillare quando tutt’intorno o dall’interno si opera per deragliare, nè scoraggiarsi quando il treno perde qualche vagone.
Molto spesso, però, la locomotiva è congegnata proprio per far deragliare il treno e dispiega forze per convogliare quanti più vagoni possibile, così assicurandosi la più vasta partecipazione ed allo stesso tempo facendo implodere l’azione, con buona pace del diritto irrimediabilmente violato.
Non è stato questo il caso di Piazza Aldo Moro a Bitonto, di Piazza XX Settembre a Mola e di Corso Cavour a Bari dove i parcheggi interrati non sono stati realizzati: da quelle parti la locomotiva è Gino Ancona che ha pure il vantaggio di essere ontologicamente immune innanzitutto al potere politico, ed alle sue carsiche influenze.
Diversa sorte è toccata a Bari, dove i parcheggi di Piazza Giulio Cesare e Piazza Cesare Battisti sono in pieno regime, quest’ultimo dopo alterne vicende che hanno condotto il legislatore regionale, nonostante l’avvenuto sequestro del cantiere ad opera della Procura della Repubblica di Bari, a prevedere l’ossimoro della valutazione d’impatto ambientale “postuma” su uno scavo, una volta giardino storico e piazza Cesare Battisti oramai irrimediabilmente distrutti (Legge Regione Puglia n. 40/2007).
E’ una storia molto simile a quella, di natura tutta urbanistica, dell’edilizia agevolata per le forze dell’ordine nel quartiere Poggiofranco a Bari, emersa contemporaneamente agli onori della cronaca giudiziaria, in cui al sequestro della magistratura penale è seguito il solito rimedio del potere politico-amministrativo, questa volta nella forma di accordo di programma approvato dal Presidente della Giunta Regionale con Decreto n. 518 del 14 giugno 2007.
In siffatto contesto, dove gli interessi dei privati collimano o addirittura sono quelli dell’apparato politico amministrativo, la tutela del patrimonio paesaggistico, storico ed artistico deve imprescindibilmente unire saperi, conoscenze ed esperienze, in un gioco di squadra che prediliga, ove possibile, strumenti giuridici di azione diretta e con un occhio sempre vigile e attento … alla locomotiva!

Rocco Paccione

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