PORTOGALLO IN PIAZZA

Due articoli sulla situazione portoghese e sull’ultima grande mobilitazione, per rompere il silenzio che circonda quello che succede in uno dei paesi più deboli e più colpiti dalla crisi in Europa.

Marea Umana in Portogallo e che la Troika si fotta “El pueblo es el que manda”

Da un giornale portoghese: Centinaia di migliaia di persone hanno partecipato, questo Sabato 2 marzo, a manifestazioni a Lisbona e in altre città del Portogallo, a suon di canzoni rivoluzionarie, per chiedere le dimissioni del governo di centrodestra e la fine delle politiche di austerità imposte dagli istituti di credito internazionali.

Secondo gli organizzatori, 500.000 persone sono scese in piazza a Lisbona, di cui 200 000 si sono riunite nella piazza del Commercio, dove si trova il Ministero delle Finanze.

Questa è stata la più grande protesta da settembre, quando la mobilitazione popolare aveva portato ad ammorbidire le misure di austerità. L’evento si è verificato questo Sabato, dopo l’adozione all’inizio di quest’anno del più grande aumento fiscale mai registrato nel paese. Il governo portoghese ha ammesso nel mese di febbraio, una contrazione economica del 1,9%, il doppio di quanto era stato previsto. I partecipanti hanno sfilato con slogan come ” l’ austerità uccide” o “Sotto la troika, il potere al popolo“, in riferimento ai creditori del paese, che sono la Commissione europea, la Banca centrale europea e Fondo monetario internazionale. Tra i manifestanti nella capitale,si è anche cantato “Grandola“, simbolo della rivoluzione dei garofani del mese di aprile 1974, che pose fine alla dittatura di Salazar.

Dall’ Ansa: Una marea umana ha invaso le piazze delle città portoghesi per protestare contro la politica di austerità e per chiedere le dimissioni del governo di centrodestra. Secondo gli organizzatori della protesta sono stati un milione e mezzo i portoghesi che sono scesi in piazza in 34 città proprio mentre è in corso la missione della troika. A chiamare la gente a raccolta è stata un movimento (Che la troika si fotta) che si organizza in rete, indipendente dai partiti nato nel 2012.

Su Actualidad, leggo anche che si incita alla liberazione dalla Mafia finanziaria, come dichiara l’ analista Francisco González Tejera, detto RT , e aggiunge: “dobbiamo rovesciare questo sistema economico che porta al genocidio, che porta alla morte della classe operaia. E’ necessario cambiare questa politica, dobbiamo affrontare questi discorsi perché questi satrapi, questi dittatori che governano in Europa hanno lo scopo di demoralizzare settori sociali molto ampi… L’obiettivo fondamentale (della Troika) è schiavizzare i paesi dell’Europa meridionale, continuare a premere i loro governi, complici di questo genocidio sociale per la crisi finanziaria in cui si continua ad annegare e diventare l’esercito di schiavi, ideale per servire questa mafia internazionale dietro la Troika”

Primavera…? Non diamoci definizioni ma sono indubbi certi segnali così comuni…

Doriana Goracci

da http://www.reset-italia.net/2013/03/03/portogallo-protesta-troika/#.UTNtVRlJdFR

Lisbona: una marea umana contro la troika

 

Almeno un milione di persone hanno manifestato oggi nel piccolo Portogallo contro l’ingerenza della troika e per le dimissioni del governo fantoccio agli ordini di Bruxelles. Il paese va a rotoli grazie alla ‘cura’ targata UE e il dissenso diventa rabbia.

 

Alcune centinaia di migliaia di portoghesi hanno invaso oggi pomeriggio il centro della capitale portoghese per l’ennesima giornata di mobilitazione contro tagli e sacrifici che ha visto scendere in piazza, complessivamente, altre centinaia di migliaia di manifestanti in altre 40 città grandi e piccole del paese che conta in totale poco più di 10 milioni di abitanti.

La Piazza Marqués de Pombal e il viale Liberdade de Lisboa erano alle quattro del pomeriggio già letteralmente collassati per la quantità di gente scesa a protestare contro le politiche del governo di destra di Passos Coelho. Tanto che tv, radio e giornali del paese hanno dovuto convenire sul fatto che quella di oggi a Lisbona è stata la più massiccia e partecipata protesta di piazza degli ultimi anni, espressione di una rabbia sociale crescente in un paese dove il Pil sta andando a picco, la disoccupazione ha già raggiunto quota 17,6 % e il governo, sotto dettatura di Bruxelles e Berlino, sta varando nuovi massicci tagli. Un risultato innegabile per il coordinamento denominato “Que se lixe a troika” (Che si fotta la troika), espressione di reti sociali e popolari che già a settembre avevano invaso Lisbona chiedendo uno stop alla suicida sudditanza nei confronti di Fondo Monetario, Commissione Europea e Banca Centrale.

Insieme ai coordinamenti degli ‘indignados’, ai coordinamenti contro gli sfratti, a quelli contro i tagli alla sanità, all’istruzione, ai comitati spontanei di disoccupati hanno sfilato i sindacati e i partiti della sinistra. In primo luogo il Partito Comunista e il Blocco di Sinistra. Alle manifestazioni hanno partecipato anche organizzazioni studentesche, femministe e associazioni di ex militari attivi durante la rivoluzione antifascista del 1974. Non a caso lo slogan che ha accomunato tutte le mobilitazioni di oggi è stato “O Povo é quem mais ordena” (Comanda il popolo), uno dei versi della canzone Grandola, Vila Morena, la cui messa in onda la notte tra il 24 e il 25 aprile del 1974 diede il via alla rivolta incruenta contro il regime di Salazar.

Un coro unanime che ha chiesto le immediate dimissioni del governo fantoccio di Passos Coelho e la fine delle ingerenze della troika negli affari interni portoghesi. Tra gli striscioni e i cartelli portati dai manifestanti molti dicevano ‘A casa il governo’, ‘L’austerità uccide’, ‘Via la troika, potere al popolo!’.

Molto evidenti gli spezzoni con le bandiere rosse e gli striscioni della Cgtp, il sindacato comunista e anche il Partito Socialista, che non ha mai disdegnato quando governava di applicare tagli e privatizzazioni, si è affacciato alla protesta, affermando che la destra sta ‘esagerando’ e impoverendo così il paese. Molto più duro il segretario della Confederazione Generale dei Lavoratori del Portogallo, il comunista Arménio Carlos, secondo il quale “Passos Coelho non ha alcuna legittimità politica, morale ed etica per continuare a detenere il potere ed anzi è diventato uno dei principali ostacoli alla fuoriuscita di Lisbona dalla crisi”.

da http://www.contropiano.org/it/esteri/item/14872-lisbona-una-marea-umana-contro-la-troika

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