L’Autogestione internazionalista e l’AIT

Prima di tutto, voglio inviare un caro saluto a tutti i compagni della Penisola Italica, a tutti gli anarchici che lottano ogni giorno, e anche a tutti quelli che, seppur non pensano che fanno anarchia, vivono e pensano in modo libertario. Un saluto ai compagni del Sindacato Arti e Mestieri dell´USI-AIT che sempre che ci sono in queste eventi e riunioni di lavoro e vengono per continuare con il contatto e per fare crescere l’ esperienza rivoluzionaria.
Dobiamo essere sinceri, in questo momento siamo lontani temporalmente da quegli anarchici che nel secolo scorso sono riusciti a rovesciare il potere in esperienze rivoluzionarie. Nessuno di noi ha visto un movimento di centinaia di migliaia di persone organizzare per se stesse la propria vita, appropiandosi dei mezzi di produzione ed eliminando l’autorità, i valori borghesi e religiosi e il mercato capitalistico. Ma quello non vuole dire che non ci sia bisogno di recuperare quella situazione e che non siamo preparati per concretizzarla. C´`e rivoluzione libertaria ovunque ci sia un anarchico e la AIT è un segno che ci sono anarchici in tutto il mondo.
La nostra essenza internazionalista ci ha portato a creare un strumento vasto di comunicazione fra le distinte sperienze anarcosindicaliste. Il suo uso ci fa più potenti, più forti. La AIT è come un martello, dove la mano che imprime la forza siamo tutti i lavoratori e il colpo è uno solo, potendo repetire tutte le volte che ci sia preciso.
Questo colpo si deve dare in tutti gli aspetti della cultura, la società e l´economia. Il lavoro internazionalista ha i suoi essempi chiari alle “Acampadas Libertaria”s che si celebrano a l´estate à León (stato spagnolo) dove compagni anarchici di tutti i luoghi, dalla Europa e l´America sopratutto, s´incontrano e confrontano idee. L´iniziativa, promossa da la CNT-AIT di León ci permette collegare le lotte, i progetti di autogestione e creare le rete di contatti anarchici che abbisognano per arrivare al fine che vogliamo. Tutto in un ambiente di lavoro, come quello che si ha visuto alle Jornadas de Economía Alternativa tenute a Villaverde (Madrid) dal 9 al 11 di novembre.
Dal X° Congresso della CNT-AIT tenutosi a Córdoba dal 4 al 8 di dicembre del 2010, lo stesso anno del Centenario dell´organizzazione, il sindacato è ritornato a prospettare la necessità di incidere nella creazione di una produzione ed una economia al di là di quella in cui siamo immersi adesso. Non è una discussione nuova, già all’inizio del secolo scorso, compagni come Juan Peiró facevano una scommessa in favore del cooperativismo di fronte a altre opinioni che vedevano questo modello come riformista. Sono dibatitti inerenti all’anarcosindicalismo che ci sono stati anche à Villaverde al 2011. Quello che si sta cercando è approfondire queste idee avendo il sindacato come riferimento e struttura per creare questa rete paralela e alternativa che forma parte del nostro pensiero trasformatore. Si stanno mettendo pratica tutte le deliberazioni in questa materia prese al Congresso già menzionato. Così, il gruppo di lavoro di Economía Alternativa nato all’interno de la CNT-AIT per coordinare questa parte del lavoro, è riuscito à organizzare le Jornadas de Economía Alternativa. Cosí, si è creato un spazio dove mettere in contatto diversi gruppi di consumo, produzione e anche cooperative integrale con forme di funzionamento molto diverse. Alcuni di essi creati all´interno del sindacato come il “Grupo de Consumo Autogestionado de Jaén”; altri che sono creati come una risposta anticapitalicastica fuori del sindacato, come la cooperativa “Bajo el Asfalto está la Huerta” (BAH) di Valladolid o il giornale “Diagonal” di Madrid. Una delle sensazione più gradevoli è che si sono avvicinati compagni fuori de la CNT-AIT, che hanno collegato il loro lavoro nel campo della autogestione con le compagni cenetistas presenti e anche con i compagni di altre sezioni della AIT: FAU-AIT di Germania, Sindacato di Arti e Mestieri della USI-AIT e la SP di Portogallo.
Riprendendo quella idea di una internazionale anarcosindicalista come un strumento di comunicazione, questa volontà di compartirè dev´essere trasferita, non solo al dibattito della AIT, ma allo schema di lavoro di tutte le sezioni. Siccome stiamo provando di sviluppare una trasformazione vitale radicale a un livello internazionale, dobbiamo aproffitare l´esenzia comunicativa del anarchismo, che è la parte nera delle nostre bandiere e che conforma il nostro sistema di organizzazione e relazione. Questi passi dalla CNT-AIT in Spagna conformano un schema di lavoro che dovrebbe essere assunto, nella mia opinione, per tutte le sezioni. È per quello che è stata molto piacevole la presenza dei compagni di Arti e Mestieri dell´USI-AIT, dei compagni della FAU-AIT e di compagni de la SP-AIT che speriamo possano anche creare questi spazi nei loro sindacati.
Il posto di lavoro è stato tradizionalmente il spazio di relazione fra i lavoratori, cioè la fabbrica, la campagna e le attività del settore terziario si muovono per la forza dei lavoratori. Tuttavia non controlliamo il prodotto, né il nostro consumo. Poco a poco stiamo perdendo anche il sapere della produzione perchè il sistema capitalistico ci ha tolto la possibilità d´intervento globale sul prodotto attraverso la specializzazione e poi ci fa consumere quello che vuole. Per tutto questo e altre ragioni, sulla scia dell´emancipazione sociale, dobbiamo lavorare tutti insieme a livello internazionale, a livello dell’AIT. La nostra forza in questa battaglia si trova nell´ambito della produzione e il consumo. Noi, attraverso i nostri sindacati di ramo possiamo attaccare la produzione in un modo molto specifico, ma se siamo capaci di autogestionare la produzione, l’intercambio e il consumo, dimostreremo che questo sistema è non necessario e dannoso per l´essere umano nello stesso tempo che prendiamo i redini della nostra vita .
Le rivoluzione anarchiche hano sempre dimostrato che la vera trasformazione sociale si produce con proccessi creati dagli anarchici. Strutture parallele che sono possibili per il sostegno mutuo, la solidarietà e la autogestione, anche nei momento di confronto físico più evidente come in Ucrania in 1917 o in Spagna in 1936. Oggi è anche un momento di guerra come quelle date che abbiamo accennato. Già in Villaverde si è evidenziato come il controllo delle risorse naturale fa di questa “crisis” una situazione più grave che finirà in una guerra globale armata dove gli anarchici già abbiano ben chiaro chi sono i nostri nemici. Solo ci manca collegarci in un modo più stretto e così dare il colpo definitivo al sistema.

Sergio Ramiro – Sindicato de Enseñanza e Intervención Social de la Federación Local de Madrid” de la CNT

Il compagno Ramiro ha scritto questo articolo per noi in italiano. Abbiamo ritenuto di non intervenire sulla forma per far salve l’espressività e l’efficacia delle sue espressioni.
Red.

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