ORDINARIO SINDACALARE (PARTE SECONDA)

Alla vertenza del San Raffaele abbiamo già dedicato molto spazio (rimandiamo a “Storia di ordinario sindacalare”, già pubblicato su questo sito). Ora che la vertenza appare conclusa con la stipula di un accordo non sostanzialmente dissimile dalla vecchia ipotesi d’accordo, respinta dalla maggioranza dei lavoratori, ritorniamo sulla questione pubblicando un intervento di S.I. Cobas Sanità immediatamente precedente al recente referendum tra i lavoratori che ha visto, questa volta, l’approvazione dell’accordo stesso a stragrande maggioranza.

ACCORDO SAN RAFFAELE: NEGATIVO LO SCAMBIO POSTI DI LAVORO – STIPENDI

In coro sindacati e istituzioni hanno dato parere positivo in merito all’accordo sul futuro dei lavoratori del san Raffaele.

Ma è veramente così?

Noi come delegati S.I. Cobas diciamo di no.

Grazie alla volontà e alla determinazione a non cedere di lavoratrici e lavoratori è stato possibile portare a casa il ritiro dei licenziamenti. Inoltre, per una volta, il sindacalismo di base ha avuto un ruolo determinante, non limitandosi a denunciare la politica di resa di CGIL, CISL e UIL, ma ha preso in mano la direzione della lotta.

Ma questo non è sufficiente per una valutazione positiva sull’accordo!

Primo, perché, se un obiettivo dell’accordo è“il risanamento e rilancio strategico dell’Ospedale”, chi ha causato l’indebitamento dell’Ospedale non sono di certo stati i lavoratori, ma la classe dirigente a cui nulla è stato tolto.

Secondo, lo scambio fra stipendi e posti di lavoro (sotto ricatto) è sempre stato perdente, non ha mai portato benefici ai lavoratori ma spesso ha solo ritardato i licenziamenti. In questo caso, oltre tutto, il ritiro dei licenziamenti ha una scadenza già sottoscritta: non è assolutamente vero che alla fine del 2014 i posti ci saranno ancora. Ridurre stipendi e posti di lavoro per creare divisione tra i lavoratori, contrapporre una parte con l’altra, è una strategia precisa dei padroni, che crea il terreno per lo sviluppo di una mobilitazione reazionaria tra le masse popolari.

Terzo non è un buon messaggio quello che arriva agli altri lavoratori della sanità visto che i vertici della regione parlano già di ridurre gli stipendi dei lavoratori per risparmiare.

Era meglio dire che si subiva l’accordo al solo scopo di far rientrare i licenziati, senza farlo passare per una vittoria e su queste basi costruire una resistenza che allargasse la lotta ad altri settori, magari guardando alle cooperative della logistica che attraverso le lotte stanno ottenendo quello che non gli era mai stato dato.

I passaggi più gravi dell’accordo riguardano l’art. 6 dove è prevista l’inscindibilità dell’attuale accordo e l’art. 5 sull’impegno da parte della rsu di non promuovere contenziosi “sulle materie trattate nell’accordo” .Infatti l’ad Bedin non ha perso tempo a dichiarare che grazie a questo accordo si è raggiunta la tranquillità nei rapporti sindacali. Noi crediamo che ciò sia un freno alla lotta sindacale in una prospettiva futura, un freno che potrà essere tolto soltanto attraverso lotta e la partecipazione attiva che i lavoratori del San Raffaele hanno dimostrato nonostante i continui ricatti da parte della dirigenza.

Siamo consapevoli che la tenuta della resistenza di tutti i lavoratori è molto faticosa. Continueremo comunque ad essere presenti in questa ed in altre lotte pur se quello che diciamo potrebbe infastidire o apparire ideologico.

Ci auguriamo che ai prossimi tagli, che Rotelli chiederà e farà, i lavoratori siano ancora in grado di dargli la risposta che merita : LOTTA GENERALE AI SUOI PROFITTI.

 

MILANO,15-5-13

 

delegati S.I. COBAS SANITA’

 

 

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